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YAMAHA MOTOR ITALIA INCONTRA LA RAPPRESENTANZA DEI LAVORATORI
Nell’incontro odierno con le organizzazioni sindacali presentata un’offerta per agevolare il rinnovo della CIGS. 10/12/2010

Yamaha Motor Europe a fine 2009 ha messo in atto una riorganizzazione delle sue attività in Europa, mirata a ridurre i costi della produzione per fronteggiare l’andamento negativo del mercato mondiale. Nell’ambito di questa riorganizzazione è stato deciso di consolidare in altri impianti europei la linea di assemblaggio di due modelli che veniva effettuata a Gerno di Lesmo, mantenendo in Italia l’attività di marketing e vendita dei propri prodotti e servizi, l’assistenza, il centro ricerche e sviluppo europeo ed i team che corrono nei Campionati MotoGp e SBK. La cessazione dell’attività di assemblaggio dei due modelli in Italia ha comportato l’esubero di 47 addetti alla produzione e conseguentemente di 18 impiegati amministrativi. Consapevole dell’impatto sociale che questa riorganizzazione comportava, Yamaha Motor Italia aveva manifestato la sua intenzione di ricercare con le organizzazioni sindacali soluzioni atte a contenerlo, proponendo un’integrazione economica all’indennità di mobilità.

Yamaha Motor Italia, pur convinta della validità della propria offerta, aveva poi accondisceso alla richiesta sindacale di percorrere la strada della CIGS e, con la firma dell’accordo presso il Ministero del Lavoro con le organizzazioni sindacali, il 7 gennaio di quest’anno si è impegnata a richiedere la CIGS per 12 mesi, rinnovabili per altri 12, per i 47 addetti alla produzione e per 12 mesi per i 18 impiegati del settore commercio. Nell’ambito dell’accordo l’azienda si è impegnata anche a mettere in atto una serie di strumenti per gestire gli esuberi, fra cui il ricorso all’outplacement e la predisposizione di percorsi formativi e di riqualificazione mirati a favorire la ricerca di nuove opportunità occupazionali per i lavoratori coinvolti.

Yamaha Motor Italia ha ottemperato pienamente ai suoi impegni stabiliti nell’ambito dell’accordo, che prevedeva – per i 47 lavoratori del settore industria – il vincolo di almeno un 30% di ricollocamenti entro il primo anno di cassa per poter accedere al secondo anno. Purtroppo tale soglia al momento non è stata raggiunta e non sussisterebbero quindi le condizioni poste dal Ministero del Lavoro perché Yamaha possa richiedere il secondo anno di CIGS.
Tuttavia, per aiutare i lavoratori a raggiungere l’obiettivo posto dal Ministero del Lavoro, nell’incontro avvenuto oggi presso la sede Confindustria di Monza e Brianza, Yamaha Motor Italia ha formulato una proposta economica rilevante per incentivare i lavoratori stessi a raggiungere il numero minimo di ricollocamenti richiesti.
Tale proposta si aggiunge a quanto già definito nell’accordo sottoscritto nel gennaio scorso con Ministero del Lavoro, Regione Lombardia, Provincia di Monza e Brianza, Sindacato ed RSU.

Categoria: News   
Fonte: Yamaha Press


eliana 27/12/2010 20:47:53
Sono Eliana Dell'Acqua, componente della segreteria Fim Cisl Brianza,l'organizzazione sindacale che ha seguito la vicenda yamaha dal suo inizio. Ritengo le dichiarazioni di Yamaha Motor Italia, non solo non rispondenti al vero, ma anche un insulto alla dignità di quelle persone che lo scorso anno lei ha licenziato. Il 16 dicembre 2009 4 lavoratori sono costretti ad occupare il tetto dell'azienda e a rimanerci fino alla notte del 23 dicembre 2009,sostenuti da tutti i colleghi, non per mantenere la produzione in italia,ma per ottenere che yamaha avviasse la cigs a seguito della decisione di dismettere la produzione in italia e che aveva intenzione di procedere immediatamente al licenziamento collettivo dei lavoratori (mobilità) senza passare dalla cassa che dava più tempo ai lavoratori per trovare una nuova occupazione,procedura normalmente utilizzata in queste situazioni.Abbiamo sentito in quei giorni yamaha dichiarare la disponibilità a indennizzare l'equivalente della cigs, prima falsità le quantità economiche offerte da Yamaha erano circa la metà di quanto avrebbe dato la cigs ai lavoratori. Grazie all'intervento del ministro Sacconi yamaha accettò di avviare la cigs si giunse ad un 'accordo al ministero del lavoro il 7 gennaio 2010,dove a fronte di dichiarazioni dell'azienda che descriveva un 2009 che si chiudeva con una forte perdita non era in grado di riconoscere ai lavoratori un incentivo all'esodo ai lavoratori più alto(8000 € per chi va in mobilità al termine della cigs),che viene concordato per integrare la perdita di salario data dalla mobilità che è inferiore allo stipendio che veniva percepito. A luglio di quest'anno,dopo la pubblicazione del bilancio 2009 abbiamo riscontrato un accantonamento per oneri e rischi di oltre 7 milioni di € ,che ha mandato in perdita un bilancio che diversamente sarebbe stato in positivo,dove nella nota di bilancio si faceva esplicito riferimento all'accordo del 7 gennaio 2010 per la gestione di prepensionamenti, incentivi all'esodo ed eventuali contenziosi legali. Abbiamo chiesto a yamaha un incontro che si è svolto il 15 ottobre 2010 in confindustria Monza Brianza,chiedendo a yamaha di mettere a disposizione una cifra aggiuntiva a icirca 600.000 € che è il costo dell'accordo sottoscritto in ministero visto le disponibilità economiche a disposizione e non conosciute da noi il 7 gennaio 2010. inoltre abbiamo saputo che a circa 1,5 km da Gerno di Lesmo si stanno modificando moto yamaha, attività che in passato era stata fatta dai lavoratori yamaha, abbiamo chiesto che se anche era un'attività di qualche mese si procedesse a far lavorare lavoratori yamaha sospendendo la cassa integrazione e dare la possibilità per qualche mese di avere un maggior reddito. Inizialmente si resa disponibile a discutere,poi il 10 dicembre 2010 ha cambiato posizione,usando strumentalmente il secondo anno di cigs,che da un interpretazione restrittiva del ministero rischiava di non esserci ,come Fim Cisl Brianza,appena saputo di questo interpretazione del ministero, ci eravamo subito attivati con le nostre strutture nazionali ed avevamo già avuto rassicurazioni dal ministero prima che ci fosse l'incontro del 21 dicembre dove Yamaha si assunta il merito della soluzione del problema sul secondo anno di cassa, sull'accantonamento di bilancio e la possibilità di lavorare alla modifica delle moto un secco no. Il presidio dei lavoratori continua da oltranza perchè se è importante il secondo anno di cassa che oggi c'è, i lavoratori si sentono presi in giro da una yamaha che rifiuta di riconoscere ai lavoratori che lei ha licenziato mettendoli in seria difficoltà economica,tanto che molti di questi lavoratori si sono rivolti al fondo di sostegno caritas, per semplice ripicca per aver voluto la cassa integrazione affermazione fatta il 22 dicembre 2010 all'incontro avuto in provincia alla presenza del Presidente. Questa è la grande yamaha,che adotta il codice etico e dice che chi sta in Yamaha fa parte di una grande famiglia. Eliana Dell'Acqua Fim Cisl Brianza
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