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Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Di 3Millennium (del 23/07/2007 @ 09:21:39, in Varie moto, linkato 434 volte)
Casey Stoner e Marco Melandri saranno i portacolori del Team Ducati per le prossime due stagioni iridate.
Casey Stoner, attuale leader della classifica iridata, ha rinnovato il proprio accordo con la Casa di Borgo Panigale estendendolo fino al 2009 con una opzione per il 2010. Il ventiquattrenne pilota italiano Marco Melandri, affiancherà il giovane astro australiano con un contratto biennale. La prossima settimana si terrà un incontro a Bologna con Loris Capirossi ed il suo manager, durante il quale si valuterà la possibilità di allestire per lui una terza Desmosedici ufficiale per il 2008. SPERIAMO!!!
Di 3Millennium (del 23/07/2007 @ 09:03:43, in MotoGP, linkato 379 volte)
Impressionante.
Tutto quello che si può dire per definire uno Stoner così. Primo dal primo giorno, sempre davanti a tutti tranne per un paio di curve ad inizio gara. Primo contro gli avversari, contro la scaramanzia che non voleva vedere vincere chi faceva la pole, primo contro l'America che ha provato a spingere gli americani. Complimenti ancora ad un pilota che, fino allo scorso anno era più steso che in piedi. Sei crasciuto Casey, e noi ne siamo felici. La gara della laguna corsa ieri ha dato un altro importante verdetto: Macho c'è ed ha il cuore ed il coraggio per poter4 correre in Ducati. Siamo felici d'avere tra di noi un altro pilota in grado di combattere conto tutto e tutti, dolore compreso. Ora rimane solo da definire la posizione futura di Loris. Sfortunato quest'anno, speriamo trovi presto un accordo per poter avere tre moto ufficiali Ducati...magari tutte e tre sul podio!
Di 3Millennium (del 18/07/2007 @ 15:07:13, in Itinerari moto, linkato 311 volte)
Punto di partenza di questo itinerario è la città di Trento, la quale merita
una visita approfondita. Vale infatti la pena addentrarsi lungo le vie del
passeggio del centro storico fino ad arrivare al Duomo e al Castello del
Buonconsiglio, sede, oltre che del famoso Concilio, di diversi musei che
contraddistinguono Trento quale città ricca di cultura.
Lungo la strada statale 12 del Brennero ci si immette nella Strada del Vino. Attraverso le località di Lavis e Cembra, il capoluogo della Valle omonima, estesa su un vasto terrazzo ai piedi del monte Cembra (1250 m), si giunge a Faedo, paese che conserva la struttura e il fascino di un tempo, ricco di vicoli stretti e case antiche. Dopo una lunga e rilassante discesa tra i vigneti si arriva a San Michele all'Adige. All'entrata del paese, che ospita il convento degli Agostiniani e il museo annesso degli "Usi e dei Costumi della Gente Trentina", si trova lo spaccio dell'Istituto Agrario della Provincia, che ha una funzione di vigilanza sulla produzione vinicola della provincia di Trento. Presso l'Istituto è possibile fare una sosta per visitare la cantina dove sono custodite antiche botti pregiate, ma soprattutto per degustare vini e distillati e magari acquistare qualche "buon" souvenir. Ripreso il cammino attraverso la Piana Rotaliana, nota anche come il più bel giardino vitato d'Europa, ricco di cantine e punti di ristoro, ci si può concedere subito un'altra piccola sosta per raggiungere il Castello Thun. Il complesso fortificato risalente al XII secolo, e simbolo del potere della famiglia Thun, è oggi di proprietà della Provincia, che ha aperto al pubblico i bastioni e le torri di carattere militare, nonchè le più raffinate sale interne come la biblioteca affrescata in stile barocco o la Camera del Vescovo, tutta in legno di cirmolo. Dopo questa sosta si può riprendere la s.s. 43 e proseguire il percorso lungo la Strada del Vino. Lungo il tragitto s'incontrano le cittadine di Salorno/Salurn, Cortina/Kurtinig, Magrè/Margreid e Cortaccia/Kurtatsch: ora siamo in Alto Adige, ed anche le cittadine richiamano quelle caratteristiche tipiche dei villaggi tedeschi. La cittadina più caratteristica è Salorno/Salurn, all'interno del Parco Naturale del Monte Corno, dove è possibile sostare in una delle cantine all'aperto sullo stile dei Biergarten tedeschi e degustare vini quali il Cabernet, il Merlot e il Grauvernatsch. Da qui si incontrano le cittadine di Termeno/Tramin, patria del Traminer, vino bianco aromatizzato e Caldaro/Kaltern, patria del vino Kaltersee (che ha preso il nome dal lago) e sede di un interessante Museo del Vino. Si prosegue in salita verso il Passo della Mendola. Per giungervi si percorrono 15 chilometri in salita tra curve e tornanti divertenti per la guida; il panorama è meraviglioso sulla Val d'Adige e sulle Dolomiti occidentali. Superato il passo, sella boscosa tra il Monte Roèn e il Pénegal che immette nell'Alta Val di Non, si scende a Fondo, bella borgata adagiata in un'ampia conca protetta dai venti freddi. Si prosegue verso Castelfondo, Proves, Lauregno fino ad imboccare la provinciale di collegamento con la Val d'Ultimo, superando San Pancrazio ed arrivando a Lana chiamata "il frutteto del Tirolo". In mezzo ai frutteti ed ai vigneti, oltrepassato Marlengo/Marling, il castello della birreria Forst e Lagundo/Algund, si arriva a Merano. Merano/Meran, alla confluenza dell'Adige col Passirio, è stazione climatica e termale di notorietà internazionale e gode di un clima meraviglioso. Passeggiando nella citta vecchia lungo la caratteristica Via Portici raggiungiamo il Duomo eretto nel 1263 in stile gotico e dedicato a S. Nicolò. Non lontano da qui si trova anche il Castello Principesco costruito nel '300 e poi ricostruito nel 1480. Il maniero ospita un raro esempio di dimora gotica. Di particolare bellezza anche il quartiere residenziale di Maia Alta che ospita l'ippodromo, uno dei ritrovi mondani per eccellenza, famoso per le avvincenti corse di cavalli avelignesi e dove ogni anno a settembre si tiene il Gran Premio. Merano è nota anche per le sue belle passeggiate d'inverno e d'estate lungo le rive del Passirio, per la cura dell'uva nella stagione autunnale, per i suoi trenta castelli medioevali che sorgono nella plaga coltivata a vigneti e per i suoi meravigliosi dintorni. Da Merano, uscendo dalla Porta Passiria, la strada risale il corso del torrente omonimo che bagna la Val Passiria e, dopo aver attraversato Rifiano, raggiunge San Martino ai piedi delle Alpi Passirie. Si continua in leggera salita toccando San Leonardo che si adagia alla confluenza dell'alta Val Passiria con la Val di Vannes, ai piedi dell'alta giogaia che unisce Monte Croce al Monte Giovo. La strada del Giovo affronta a ripidi tornanti la salita verso il passo, toccando Vàltina e inoltrandosi nell'alpestre Val di Vannes. Dopo un'ultima serie di tornanti sugli alti pascoli, si arriva al Passo del Giovo/Jaufenpass. Si scende sul versante opposto con bella vista sulla catena spartiacque, toccando Càlice fino a Casatéia, allo sbocco della Val Ridanna, da dove si prosegue in piano fino ad arrivare a Vipiteno/Sterzing, bellissima cittadina dallo stile inconfondibile che ricorda la dominazione Asburgica. I musei, quello delle Miniere ed il Multscher, nonché la chiesa Parrocchiale, costruita nel XV secolo, la Chiesa dello Spirito Santo e l'ospedale medievale rappresentano un richiamo affascinante per i turisti. Siamo nella valle del gusto... la Valle Isarco/Eisacktal, dove la buona tavola ha una lunga tradizione, così come la fama dei suoi eccellenti vini, soprattutto bianchi, quali il Sylvaner, Müller Thurgau, Kerner, dall'aroma fruttato e delicato. Durante tutto l'anno si susseguono settimane gastronomiche per buongustai: settimane della buona cucina, giornate dello yogurt, sagra dei canederli, settimane delle mele, delle castagne e del Törggelen, l'antica tradizione della degustazione nelle tipiche Stuben del vino novello e delle castagne arrostite. Da Vipiteno, oltrepassando Campo di Trens e Fortezza, si prosegue verso Bressanone/Brixen, centro turistico di notevole importanza che si trova in una pittoresca conca alla confluenza dei fiumi Isarco e Rienza. Numerosi monumenti ed una storia più che millenaria le conferiscono pregio artistico e storico. La piazza del Duomo con la Basilica barocca, la gotica Torre Bianca della parrocchiale, il Palazzo principesco Vescovile, il Palazzo Pfaundler, i portici, il Museo diocesano e il celebre chiostro con affreschi del XIV secolo, il Battistero, la Chiesa di San Giovanni dove nel 1080 fu eletto l'antipapa, tutti questi monumenti racchiudono tesori d'arte. Lasciata Bressanone, una decina di km ci separano da Chiusa/Klausen , la romana Sabiona, soprannominata "porta d'accesso alle Dolomiti", con numerose opere d'arte e con case affrescate. Tra Chiusa e Bressanone troviamo Velturno/Felthurns, considerato a ragione una delle perle dell’Alto Adige; nell’accogliente villaggio montano a testimoniare il passato sono le antiche case nobiliari, i vecchi masi, le chiesette, le cappelle e il castello di Velturno di origine rinascimentale. Superata la grandiosa centrale elettrica costruita nella roccia e costeggiando il corso dell'Isarco, il viaggio continua verso Ponte Gardena/Waidbruck, dominato dal Castel Forte che sovrasta l'imbocco della Val Gardena. Ormai alla fine del viaggio proseguiamo verso Barbiano/Barbian con i suoi nobili castagneti secolari e lasciamo la Valle Isarco per arrivare nella zona del Renon/Ritten. La Valle del Renon è molto conosciuta per la località di Collalbo/Klobenstein, dove vale la pena visitare la Chiesetta Seicentesca di Sant'Antonio che conserva dei dipinti di notevole valore. Ma, prima di arrivare a Collalbo, troviamo Longostagno/Lengstein e le Piramidi di Terra/Erdpyramiden, la vera attrazione della zona, incredibili pinnacoli che costituiscono un vero e proprio miracolo geologico. I pinnacoli si possono raggiungere a piedi con una passeggiata di circa 10 minuti. Di nuovo in sella alla moto, in mezzo ai vigneti e con una stupenda vista sulla vallata e sulla città, scendiamo a Bolzano/Bozen capoluogo dell'Alto Adige, che merita sicuramente una visita approfondita. Centro della città è la spaziosa Piazza Walter e il duomo gotico (XIV - XV sec.) col suo mirabile campanile; non lontano si eleva la chiesa, pure gotica, dei domenicani con belle cappelle e chiostri ornati di pregevoli affreschi dei sec. XIV e XVI. A settentrione della piazza corre l'animata Via dei Portici, cui fanno capo le più antiche e caratteristiche strade fiancheggiate da vecchie case con sporti e stucchi. La Via dei Portici sbocca ad occidente nella pittoresca Piazza delle Erbe ove ha luogo il mercato della frutta, in prossimità della bella chiesa gotica dei Francescani (XIV sec.) con preziose opere d'arte e con un leggiadro chiostro del XIV secolo. Proseguendo si arriva al grande parco del Talvera; al di là del fiume si erge, bianco e solenne, il Monumento alla Vittoria.
Di 3Millennium (del 17/07/2007 @ 15:37:54, in MotoGP, linkato 400 volte)
Ti stavamo aspettando Loris, o meglio, stavamo aspettando che Capirex tornasse! ed è tornato.
Contro tutto, contro tutti, sei finalmente tornato sul podio, in una gara difficile, su un circuito impegnativo. In questo circuito hanno sbagliato mostri del calibro di Valentino Rossi, dei fenomeni che rispondono al nome di Casey Stoner, o Bastoner come è stato ribattezzato dal Guidone nazionale... Che dire Capi, ti abbiamo aspettato...tu sei arrivato e speriamo rimarrai a lungo con noi per portare in alto la Ducati e, con lei, l'Italia!
Di 3Millennium (del 17/07/2007 @ 15:33:13, in Varie moto, linkato 335 volte)
Purtroppo sempre più raramente, capita di vedere dei motociclisti che, mentre cavalcano fieri la strada di turno, trovano il tempo di alzare due dita o un piede per salutare "l'amico" che giunge dalla parte opposta.
Tutti amici, tutti legati da un unica passione, un cuore che pulsa per un solo motivo: le due ruote! Ad oggi, quel saluto, rappresenta qualche cosa di più di un semplice gesto abituale, rappresenta un modo di esistere, un modo di pensare, un modo di vivere. Ma da dove deriva questo gesto? pare che il gesto risalga al tempo in cui i cavalieri cavalcavano ancora un sol cavallo per volta e in carne ed ossa...ben lontano dai bolidi che possiamo cavalcare noi La leggenda narra infatti di un cavaliere solitario di ritorno da una crociata, in sella al suo destriero da non si sa quanti giorni, che percorreva in salita un sentiero di montagna in una tranquilla giornata di sole. In alcuni tratti egli godeva nello spronare il suo cavallo per sentire il vento attraverso le fessure della sua armatura per poi rallentare e godersi i rumori del bosco che attraversava. Intanto più in alto e più in là verso l'orizzonte si scorgevano già le torri del castello dove stava facendo ritorno. Quand'ecco scorgere in lontananza ed in direzione contraria la figura di un altro cavaliere che si avvicinava anch'egli felice. Quando i due si incrociarono, quello proveniente dal castello, sollevò la mano destra e con l'indice ed il medio disposti a "V" salutò il cavaliere di ritorno il quale, non ricambiò il saluto... Il cavaliere di ritorno dal castello era diventato l'amante della principessa in assenza del cavaliere partito per la crociata. Ecco quindi come è giunto fino a noi, cavalieri di oggi, il gesto di salutarsi con le classiche dita a "V", poiché quello che non saluta, automaticamente impersonifica il cavalier cornuto... Il Mito vuole che il classico saluto a “v”, che si effettua alzando indice e medio della mano sinistra quando scorgiamo una moto in direzione opposta alla nostra, sia originato da questa storia. Verità o leggenda, a noi non interessa: la storia ha il suo fascino così, sia essa inventata o abbia un fondo di realtà. |
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